Il Parlamento europeo, in data 30 marzo 2023, ha approvato una Direttiva volta a rafforzare il principio della parità di retribuzione tra uomo e donna. La Direttiva si applica a tutti i datori di lavoro, pubblici e privati, e si attende solo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
I datori di lavoro avranno l’obbligo di disporre sistemi retributivi idonei a garantire la parità salariale tra uomo e donna per uno stesso lavoro o per lavoro di pari valore.
E non solo: la parità salariale si declina anche, secondo l’art. 5 della Direttiva, nel garantire sistemi di trasparenza fin dalle prime fasi dell’assunzione. Sul punto, infatti, la Direttiva stabilisce che i candidati, prima dell’assunzione, avranno il diritto a ricevere da parte del datore di lavoro le informazioni riguardanti:
– la retribuzione iniziale o la fascia di retribuzione da attribuire alla posizione in questione. La retribuzione dovrà essere stabilita sulla base di criteri oggettivi e neutrali dal punto di vista del genere del candidato;
– le disposizioni del contratto collettivo nazionale pertinenti e applicate dal datore di lavoro.
Ulteriormente, i datori di lavoro non potranno domandare ai candidati, in fase di colloquio, informazioni riguardanti l’attuale o precedente retribuzione. Sarà richiesto, inoltre, che le procedure di selezione vengano condotte in maniera non discriminatoria e che gli annunci di lavoro siano neutrali sotto il profilo della posizione professionale ricercata.
I datori di lavoro dovranno anche rendere facilmente accessibili ai dipendenti i criteri impiegati per determinare la retribuzione, i livelli retributivi e le progressioni di carriera. Sul punto sarà, però, possibile per gli Stati membri prevedere un esonero per le imprese che occupano meno di 50 dipendenti.
Gli Stati membri dovranno recepire la Direttiva mediante disposizioni legislative, regolamentari e amministrative entro tre anni dalla data di entrata in vigore.
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